“T.Rex” ovvero Tamburrano re. E’ il nome del blitz condotto dalla Guardia di Finanza al termine di indagini sull’ampliamento della discarica di Grottaglie che ha fatto finire in carcere l’ex presidente della Provincia, il 60enne massafrese Martino Tamburrano, il dirigente della Provincia, Lorenzo Natile, 62enne originario di Laterza e residente a Castellaneta Marina, l’imprenditore sammarzanese Pasquale Lonoce, 54 anni, titolare di una società specializzata nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, Roberto Natalino Venuti, 62enne residente nella provincia di Monza-Brianza, procuratore speciale della società che gestisce la discarica di Grottaglie.
Agli arresti domiciliari sono invece finiti la 34enne Rosalba Lonoce, figlia di Pasquale, il 41enne Federico Cangialosi, ex presidente Amiu e il 45enne Cosimo Natuzzi, dirigente Amiu che secondo l’accusa avrebbe commesso il reato in veste di presidente della Commissione di gara per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. I reati contestati sono corruzione e turbata libertà degli incanti. Nella delicata inchiesta altre sei persone sono indagate a piede libero.
I provvedimenti restrittivi firmati dal gip Vilma Gilli su richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Carbone e del pm Enrico Bruschi sono stati notificati dai militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria diretti dal tenente colonnello Antonio Marco Antonucci e coordinati dal comandante provinciale, colonnnello Gianfranco Lucignano. Nella operazione che ha visto impegnati i finanzieri nelle provincie di Taranto, Roma, Bari e Milano, sono state eseguite perquisizioni in uffici pubblici e in sedi societarie.
Le indagini riguardano, in particolare, l’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie che è situata contrada in Torre Caprarica, richiesta dalla società che la gestisce. Secondo l’accusa il gruppo, costituito dall’ex Presidente della Provincia, da un dirigente dello stesso Ente e da imprenditori che operano tra l’altro nel settore dello smaltimento e gestione rifiuti, avrebbe tratto vantaggi in denaro e beni attraverso atti corruttivi che hanno consentito notevoli guadagni. Gli investigatori delle Fiamme Gialle hanno accertato anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientale (cimici piazzate nelle auto in altri luoghi) che la società proprietaria della discarica di Grottaglie aveva terminato la sua attività di raccolta in quanto il sito era ormai colmo, senza possibilità di poter conferire ulteriori rifiuti soldi urbani.
Nell’agosto del 2017 la Provincia di Taranto dopo i pareri negativi degli organi preposti, aveva respinto la richiesta di ampliamento. Il procuratore legale della società, sfruttando i buoni uffici dell’imprenditore sammarzanese, avrebbe iniziato a tessere stretti rapporti con il Presidente pro tempore della Provincia di Taranto, finalizzati a valutare nuovamente la richiesta “rigettata” di rilascio dell’autorizzazione per il sopraelevamento della discarica di ulteriori quindici metri rispetto al livello di colmata. Secondo l’accusa a fronte di tali accordi, l’ex Presidente della Provincia si sarebbe attivamente adoperato per nominare un nuovo comitato tecnico e un compiacente dirigente del Settore Ambiente, figura fino ad allora ricoperta dal segretario provinciale. I p ubblici u fficiali, i n c ambio d i tale impegno, che era contrario ai propri doveri, avrebbero ricevuto denaro e altre utilità.