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Walter Musillo: «Ecco il mio programma costruito con la gente»

Walter Musillo

Nei giorni scorsi ha presentato il suo programma. Walter Musillo, candidato sindaco della Grande Alleanza per Taranto (civici più centrodestra), oggi risponde alle domande di TarantoBuonasera.

Musillo come procede la sua campagna elettorale? Ha scelto di stare molto “per strada”. Perché?
È stata una scelta pianificata, anche perché quella di incontrare gente per strada è una modalità che risponde alle mie caratteristiche. Mi piace incontrare le persone, confrontarmi con loro nella vita di tutti i giorni, nei mercati. Io sono fatto così.

Perché si è candidato?
Me lo hanno chiesto, anche se questo lo dicono tutti. Io sono stato tra gli ispiratori del patto dei sindaci, quello che portò alla elezione di Giovanni Gugliotti alla presidenza della Provincia, proprio contro Melucci. Quella esperienza si è tradotta nell’attuale Patto per Taranto, di cui anche sono stato tra gli ispiratori. Quindi, non potevo dire di no. La mia è una assunzione di responsabilità.

Il tema più sentito a Taranto resta quello dell’ambiente e del destino del siderurgico. Qual è la sua posizione in proposito?
Rilevo innanzitutto che da anni vengono dette cose che poi restano disattese. Oggi abbiamo uno stabilimento che produce poco e che ha tanti dipendenti in cassa integrazione, cosa questa che impoverisce il tessuto economico della città. Ora, la decarbonizzazione sicuramente abbatte le emissioni, ma per realizzarla occorre gas, bisogna produrre idrogeno. Il mercato oggi deve fare i conti anche con il reperimento del rottame, diventato merce rara. Bisogna inoltre fare grandi investimenti sugli impianti. Per realizzare tutto questo servono soldi e dobbiamo uscire da un equivoco: l’azienda è dello Stato che l’ha data in fitto ad Acciaierie d’Italia. Quindi, se vogliamo parlare di decarbonizzazione devo prima vedere i soldi in cassaforte. Gli slogan non ci bastano più. Se sarò eletto sindaco mi dovranno dire con certezza come si intende decarbonizzare, quando e con quali soldi. Naturalmente è imprescindibile in questo percorso il coinvolgimento degli enti locali, non possiamo essere spettatori di questa partita.

In cosa si considera alternativo a Melucci?
In tutto.

Ma eravate tutt’uno…
Sono stato tutt’uno con lui sulle scelte imprenditoriali del Consorzio Ionian Shipping. Quando è diventato sindaco non siamo più andati d’accordo.

Perché?
Perché ha cestinato il programma che avevamo preparato: penso alla città a misura di bambino, alla mobilità sostenibile, all’economia circolare, alla differenziata fatta in questo modo che si è rivelata un fallimento. Ma c’è un aspetto che ci ha divisi ancora di più in modo profondo.

Quale?
Aver consegnato la città alla politica e alle economie baresi. Ricordo che i suoi primi atti furono le nomine a vicesindaco di Rocco De Franchi e di Aurelio Di Paola come assessore ai lavori pubblici. Queste scelte per me sono state insopportabili.

Ma riguardo ai contenuti del programma in cosa pensa di differenziarsi?
Loro si sono dedicati ad eventi di facciata per il centro della città, noi vogliamo partire dalle periferie. Costituiremo dei comitati di quartiere come anello di congiunzione tra cittadini e amministrazione La sfida principale è quella sulla Città Vecchia, la vogliamo ripopolare di tarantini e non con le case a un euro.

Guardi che la politica delle case a un euro ha avuto successo in altre parti d’Italia.
A Taranto non ha portato a nulla, è stato un fallimento. Oggi la cura del centro storico comincia dalle colonne doriche e si ferma al caffè letterario. La Città Vecchia deve diventare attrattiva, non certo, come è stato fatto, passando una mano di bitume sulle chianche. La Città Vecchia deve ripartire da pulizia, decoro, sicurezza: senza queste basi non puoi fare altri progetti.

Quali ritiene che siano i punti di forza del suo programma?
Il punto di forza sta nella costruzione stessa del programma, nato dal confronto con la gente, anche con le signore che escono con i sacchetti della spesa dal mercato Fadini. La politica in questi anni ha dimenticato questi aspetti. Noi ci stiamo confrontando con gli ordini professionali, con le associazioni, con i presidi, gli insegnanti, con chi ogni giorno deve fare i conti con la disabilità. Registriamo che in questi anni i soldi per i servizi sociali sono finiti nelle tasche dei soliti noti.

Lei si porta addosso il marchio di essere stato il segretario del Pd, mentre ora è candidato col centrodestra. Agli elettori come spiega questa metamorfosi?
Io non ho lasciato il Pd per fare il candidato. La mia storia è un’altra: ho sottoscritto l’ultima tessera col Pd nel 2016. Negli anni ho maturato una idea più civica della politica e credo in un progetto anche trasversale per servire gli interessi del territorio, proprio come già sperimentato con il patto dei sindaci. Quindi per me si è trattato di una scelta naturale, non ho alcun imbarazzo nello stare col centrodestra. Ho fatto tutto alla luce del sole con grande rispetto per le storie e i simboli di ciascuno. Anzi, registro che proprio le forze politiche del centrodestra hanno compiuto una svolta importante accogliendo la mia candidatura a beneficio del buongoverno della città.

Non può negare, però, che la sua candidatura abbia suscitato scetticismo proprio in alcuni settori della destra…
Certe diffidenze sono state completamente superate. Ho avuto modo di potermi confrontare e ascoltare le loro ragioni. È stato un confronto utile e alla fine è stato compreso che questo modello, con il centrodestra aperto al civismo, può risultare vincente anche come laboratorio politico nazionale. Oggi vedo militanti del centrodestra orgogliosi di giocare questa partita.

Quali saranno i suoi primi atti se eletto sindaco?
Strapperò la delibera sulle strisce blu. Risolveremo il problema dei parcheggi ricavando silos negli edifici abbandonati e con accordi per utilizzare spazi della Marina Militare. Al Palazzo degli Uffici trasferiremo tutto il Liceo Archita. Cambierà il modo di interpretare la figura dle sindaco: sarò al centro di ogni vertenza, anche in quelle dove il sindaco non ha specifiche competenze. Sono dell’idea che il primo cittadino non possa far finta di niente di fronte a gente che perde il lavoro o a pazienti che restano trenta ore in attesa al pronto soccorso dell’ospedale. In definitiva, anche da sindaco, se eletto, continuerò a essere presente nelle strade della città.

Enzo Ferrari
Direttore Responsabile