Le elezioni dell’8 gennaio per eleggere il consiglio provinciale sono un test attendibile in vista delle elezioni comunali della prossima primavera? È questo l’interrogativo che aleggia dopo la presentazione delle liste.
Come noto sono quattro: “Alla Provincia per un progetto comune”, che comprende Forza Italia, Area Popolare e Udc; Conservatori e Riformisti; Partito Democratico; Alternativa Jonica, che fa riferimento ai consiglieri regionali Gianni Liviano e Mino Borraccino e al consigliere comunale Dante Capriulo. Alleanze e separazioni presentano alcuni aspetti evidenti: Il Pd corre da solo e quindi, al momento, non c’è alcuna intesa con le altre componenti di centrosinistra; da soli vanno anche i fittiani del CoR; la lista “larga” del centrodestra comprende candidati che al Comune capoluogo fanno maggioranza con il sindaco Stefàno.
Questo schema lascia aperte le porte a diverse ipotesi in proiezione comunale. Ma non va dimenticata la peculiarità di queste elezioni provinciali, dove a votare non sono i semplici cittadini, ma solo i sindaci e i consiglieri di 27 consigli comunali della provincia (i comuni di Martina Franca e Palagiano sono fuori gioco perché commissariati). Le liste presentate, quindi, sono frutto anche di espedienti tecnici oltre che di ragionamenti politici. E poi c’è da considerare che alcune forze potenzialmente in campo per le comunali (Cinquestelle, ambientalisti, eccetera), sono fuori dalla partita delle provinciali. Il divorzio tra CoR e Forza Italia-Ap-Udc, ad esempio, sembra più da ricondurre alla specificità delle provinciali, dove c’è da scontare ancora il mal digerito schema trasversale col Pd che portò all’elezione di Martino Tamburrano (nella foto con il vicepresidente della Provincia, Gianni Azzaro), il quale – detto per inciso – resterà in carica fino al 2018.
Per il Comune, invece, il centrodestra potrebbe rinsaldarsi, fermo restando che andrà valutata la variabile AT6: il partito di Cito sarà in campo con il proprio simbolo oppure no? Un enigma non di poco conto. Più ricca di suggestioni appare invece la presenza nelle liste di centrodestra di quattro consiglieri comunali alleati di Ippazio Stefàno al Comune: Illiano, Brisci, Perelli, Castellaneta. Diciamo che queste presenze lasciano pensare che la porta ad una eventuale alleanza trasversale per le comunali resta aperta, magari mettendo da parte i simboli di partito. Sempre ammesso che si riesca a trovare un candidato e una squadra che sappiano fare da collante per assicurare, in caso di vittoria, un governo stabile ed efficace per la città.
Le incognite maggiori sembrano essere nel centrosinistra, dove il dialogo tra Pd e le altre forze non appare dei più semplici. Nei giorni scorsi era trapelato con decisione il nome del presidente dell’Ordine dei Medici, Cosimo Nume, come possibile candidato sindaco di quell’area. Nume è espressione dell’associazione “La Città che vogliamo” e anche in questo caso sono da valutare eventuali proposte che dovessero giungere da quella parte di società civile che partecipa al percorso intrapreso da LivianoCapriulo-Borraccino. Il nodo resta però il rapporto col Pd. Saranno smussate le asperità in prospettiva comunale? Ci saranno le primarie per provare a rinsaldare il centrosinistra? E che ruolo avrà il governatore Michele Emiliano, sulla cui lunghezza d’onda spesso non sono sintonizzati pezzi importanti del Pd tarantino? Interrogativi rispetto ai quali, al momento, sembra prematuro azzardare risposte.