Ci sono momenti in cui un giornale deve uscire dall’ambito della mera cronaca per porsi come riferimento per battaglie di crescita civile della comunità alla quale si rivolge.
Come Taranto Buonasera crediamo che questo sia uno di quei momenti. La Taranto avvilita di questi anni, mal governata, stritolata dalla irrisolta questione industriale-ambientale-sanitaria, alla ricerca di nuovi percorsi di sviluppo, è chiamata a scegliere il nuovo sindaco e la nuova amministrazione che la governeranno per i prossimi anni. Anni decisivi, perché dovranno essere tradotti in fatti concreti le potenzialità e il lavoro preparatorio contenuto nei diversi strumenti abbozzati dai tavoli istituzionali a più livelli. L’impressione è che nelle partite che si stanno giocando tra Bari e Roma sia finora mancato proprio il ruolo della città, la sua capacità di scegliere e di costruirsi un nuovo futuro.
Per questo Taranto Buonasera intende, a partire da oggi, lanciare un manifesto per una #tarantocittaviva. Un manifesto che raccolga contributi di idee e opinioni della parte migliore della città, quella che ha ancora voglia di mettersi in gioco e di credere nella possibilità di una rinascita. #tarantocittaviva è il modo con il quale il nostro giornale vuole aprire la stagione che accompagnerà i tarantini alle elezioni comunali del prossimo maggio. Ascolteremo personalità della cultura, del mondo della produzione, del commercio, le associazioni di categoria e di volontariato.
Ascolteremo i giovani, che hanno il diritto ma anche il dovere di spendersi per prendere in mano il destino della città. A tutti chiederemo di confrontarsi su alcuni punti fondanti del manifesto. I punti cruciali da cui provare a imbastire la ripartenza. Il primo su tutti: la rottura, senza se e senza ma, con chi ha governato Taranto in questi anni, senza incidere sul territorio o, peggio, abbandonandolo a se stesso, lasciando che fossero altri a decidere, senza tracciare una seppure minima visione di futuro o, ancora, pasticciando nell’amministrazione della cosa pubblica con figure prive di competenze e di cultura. L’inettitudine amministrativa e l’improvvisazione politica hanno caratterizzato gli ultimi dieci anni di amministrazione comunale con i risultati che abbiamo sotto gli occhi: Taranto è una delle ultime città in Italia per la qualità della vita, nonostante le ricchezze potenziali di cui dispone.
È mancata del tutto, in questi anni, la capacità di mobilitare risorse e valorizzare proposte, come conferma il fatto di aver abdicato all’agenzia ministeriale Invitalia il concorso di idee per la riqualificazione della Città Vecchia: una ammissione di impotenza e incapacità. Dalla rottura netta e inequivocabile con il passato alla possibilità di decidere quale futuro sviluppo attende la Città dei Due Mari, che nel suo triste smarrimento ha anche cessato di essere il faro e il polo d’attrazione dell’intero territorio ionico. Ecco, allora, l’altro punto essenziale di #tarantocittaviva: il passaggio dalla dipendenza pressoché esclusiva dalla grande industria ad una diversificazione che ridisegni il modo di fare industria e dia finalmente impulso allo sviluppo commerciale del porto e al polo logistico per consentire nuovamente a Taranto di essere un riferimento industriale, pulito e innovativo, per tutto il Mezzogiorno.
Un processo di cambiamento che dovrà essere accompagnato dalla ineludibile soluzione della questione ambientale e sanitaria, ripagando la città e i cittadini dai danni enormi subiti in decenni di inquinamento senza controllo. Una città con una nuova visione dovrà necessariamente rivedere il proprio assetto urbanistico. Oggi Taranto è sfregiata da un profondo disagio urbanistico e sociale. Un intelligente lavoro di riqualificazione del centro e delle periferie coglierebbe almeno due obiettivi: rimettere in moto il sistema delle imprese e disegnare un nuovo e accogliente volto della città. Questo è il manifesto che Taranto Buonasera propone ai tarantini. Ora tocca ai tarantini far sentire la propria voce. #tarantocittaviva