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I Cinquestelle adesso vogliono anche il Comune

L’appetito vien mangiando.
Nemmeno il tempo di smaltire la sbornia
per il clamoroso successo ottenuto alle
elezioni politiche ed ecco che il Movimento
Cinquestelle ora pensa a prendersi
anche il Comune.

Ieri mattina, infatti, l’aula del consiglio
comunale è rimasta largamente deserta,
soprattutto tra i banchi della maggioranza.
Assente il gruppo Indipendenti
per Taranto (quello che fa riferimento
a Floriana de Gennaro, per intenderci)
ed altri in ordine sparso. L’assemblea
doveva riunirsi per deliberare una serie
di provvedimenti, tra cui numerosi debiti
fuori bilancio. Niente numero legale e
tutti a casa.
Tanto è bastato per spingere il consigliere
pentastellato Massimo Battista ad esporre
un manifesto dai toni espliciti: «Tornare
al voto!».

«La maggioranza – ha poi scritto il consigliere
su facebook – non ha i numeri,
ho chiesto ai presenti di tornare al voto.
Taranto ha bisogno di essere amministrata,
non si può perdere tempo. Taranto ha
scelto il Movimento 5 Stelle, torniamo
al voto».
Dunque il M5S vuole fare il pieno, dopo
aver eletto alla Camera Rosalba De
Giorgi e Gianpaolo Cassese – entrambi
nei collegi uninominali – la crispianese
Alessandra Ermellino e il tarantino Giovanni
Vianello nel listino proporzionale,
Mario Turco al Senato. Cinque parlamentari
e adesso tanta voglia di sfruttare
l’onda lunga per tentare la presa di Palazzo
di Città. Alle comunali di giugno,
infatti, il M5S ebbe un risultato molto
deludente rispetto alle attese.

Diviso in
fazioni in perfetto stile Pd, non riuscì a
portare al ballottaggio il candidato sindaco
Francesco Nevoli. Per lui solo un
posto da consigliere comunale insieme a
Massimo Battista. Entrambi espressione
del Comitato Liberi e Pensanti. Un esito
determinato anche dalle diatribe interne
tra i diversi meet up proprio sulla scelta
del candidato sindaco e sulle controverse
“comunarie”. La spuntarono, appunto, i
grillini dell’area “libera e pensante”
Oggi la rivincita. E non passa inosservata
la circostanza che anche in questa occasione
i Liberi e Pensanti siano riusciti a
portare in Parlamento due candidati da
loro indicati: Rosalba De Giorgi e Mario
Turco. E sono considerati vicini all’area
“libera e pensante” anche Vianello ed
Ermellino.

Una lunga marcia, quella del
comitato, cominciata al bordo del simbolico
“tre ruote” il 2 agosto del 2012,
all’indomani del sequestro degli impianti
Ilva, quando armati di fumogeni fecero irruzione
in Piazza della Vittoria interrompendo
il comizio di Cgil, Cisl e Uil con
Camusso, Bonanni, Angeletti e Landini.
Ora resta da capire come lo stesso comitato
si porrà di fronte alle scelte che il M5S
farà in parlamento – ed eventualmente al
governo – proprio sulla questione Ilva.
Non va dimenticato, infatti, che appena
qualche settimana fa il comitato ebbe
parole durissime nei confronti di Luigi
Di Maio, definito «timido nocchiero»
e accusato di non aver fatto cenno alla
chiusura dello stabilimento siderurgico.

«Dal candidato premier del partito che
mira a cambiare l’Italia – scrissero i Liberi
e Pensanti – ci saremmo aspettati più
rispetto. E se il M5S vuole fare la storia
di questa terra, deve necessariamente parlare
di chiusura, bonifica e riconversione
in maniera chiara e inequivocabile». La
risposta a Di Maio, ai nuovi parlamentari
ed – eventualmente – ai ministri pentastellati.