TARANTO – Altra fumata nera. L’incontro al Mise tra governo, Arcelor e sindacati si è risolto con un nulla di fatto. Nessun passo avanti sul piano occupazionale. Il ministro Luigi Di Maio è apparso piuttosto teso al termine del confronto: «Avevo già detto che il piano ambientale e il piano occupazionale non erano soddisfacenti. I sindacati hanno chiarito che non ci sono le condizioni per un accordo. Il dialogo può ripartire solo se ci si sposta da quanto aveva sottoscritto Calenda, non possiamo lasciare tremila persone per strada. Sul piano occupazionale, però, non registriamo passi in avanti. Se Arcelor non batte un colpo non si può ripartire».
Nella breve conferenza stampa che ha tenuto a conclusione dell’incontro, Di Maio è tornato sugli aspetti di legittimità della procedura di gara: «Domattina chiederemo il parere all’Avvocatura. Voglio però chiarire che se ci sono irregolarità la colpa è dello Stato, non del privato. Il caso Ilva è la perfetta rappresentazione dei governi che hanno governato prima di noi: Calenda aveva dato mandato ai commissari di firmare un contratto senza che vi fosse l’accordo con i sindacati. Arcelor ha già un contratto con il numero di dipendenti che è nel suo piano e quel contratto si basa su una procedura che aveva assegnato la metà del punteggio all’offerta economica. Chi aveva offerto di meglio su ambiente e occupazione non è stato premiato. Prima di ferragosto contiamo comunque di avere le risposte dall’Avvocatura».
E se l’Avvocatura dovesse riscontrare illegittimità, che cosa accadrebbe? Di Maio è stato prudente: «Se l’Avvocatura dovesse dirci che la procedura è stata irregolare non è detto che ci siano automaticamente i presupposti per annullare la gara, altrimenti Arcelor vincerebbe i ricorsi. Fosse per me rifarei tutto in modo completamente diverso, ma non sarò io a decidere, sarà la legge a decidere cosa fare».
Di Maio ha frenato anche sulla ipotesi della decarbonizzazione tanto cara al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: «Questa impostazione produttiva può essere presa in considerazione solo in caso di annullamento della gara, perché l’attuale procedura non la prevede».
Il tavolo potrebbe essere riconvocato entro la settimana, ma Di Maio ha avvertito: «Non convoco di nuovo le parti se non ci sono segnali migliorativi sul piano occupazionale. Io voglio comunque facilitare il dialogo, altrimenti diventerà davvero difficile gestire quello stabilimento con le tensioni che ci sono. Per colpa dei governi precedenti siamo in un guado, ora dobbiamo arrivare in fondo senza perdere pezzi».