«Sono molto deluso dal sindaco.
Soprattutto dal punto di vista umano.
Avevo accettato l’incarico di assessore,
dimettendomi da consigliere comunale,
perché avevo riposto fiducia assoluta in
questo giovane che non mi sembrava legato
alle vecchie logiche della politica».
Ha dovuto ricredersi Franco Sebastio, ex
Procuratore della Repubblica che fino a
sabato è stato assessore alla cultura e alla
legalità del Comune. Poi, im modo per lui
improvviso, è arrivata la revoca.
«È successo tutto in poche ore», racconta
l’ormai ex assessore a TarantoBuonasera.
«Venerdì mattina (9 marzo, ndr) ho ricevuto
la telefonata del sindaco che mi chiedeva
di incontrarlo a Palazzo di Città. Quando
sono arrivato mi ha messo di fronte ad
un aut aut: “Mi servono posti in giunta: ti
dimetti tu o ti revoco io?”. Gli ho risposto
che non vedevo alcuna ragione per la quale
avrei dovuto dimettermi e gli ho detto: “Se
ritieni che io non sia più utile, licenziami”.
Ci siamo presi qualche ora di tempo; nel
pomeriggio ci siamo risentiti telefonicamente
e gli ho detto che ero ancora incerto
se dimettermi o meno. Mi ha risposto che
allora avrebbe fatto lui il provvedimento
di revoca».
Che puntualmente è arrivato
da lì a poche ore.
«È stata così inaspettata questa svolta che
per giovedì 15 marzo avevo già convocato
a Palazzo Pantaleo un incontro con tutte
le istituzioni pubbliche per avviare un discorso
serio sulla cultura a Taranto. Tra gli
altri, avevo invitato il rettore Uricchio, la
direttrice del Museo, la Soprintendenza, la
Marina Militare, gli asssesosri alla cultura
di tutti i comuni della provincia e persino
dei Comuni di Bari, Brindisi e Lecce.
Insomma, un incontro al quale ne sarebbe
seguito un altro con le associazioni che sul
territorio svolgono attività culturali». E con
questo l’ex Procuratore rigetta totalmente
le ipotesi circolate in queste ore sulla
riconducibilità della sua revoca a risultati
poco soddisfacenti.
«Io non andavo in giro
con telecamere al seguito, né, come assessore
alla legalità, potevo fare comunicati
stampa per dire che su mia indicazione
era stata fermata o corretta questa o quella
procedura. E vi assicuro che qualcosa
di anomalo l’abbiamo fermato… Quindi
rigetto assolutamente l’accusa di scarso
rendimento, questo mi offende».
Sebastio era stato candidato sindaco alle
elezioni di giugno: per lui novemila voti e
l’elezione al consiglio comunale. «Poi sono
stato avvicinato da Melucci ed è intervenuto
anche Michele Emiliano, col quale sono
amico da tanti anni, e che già prima della
mia candidatura a sindaco aveva cercato
di farmi sostenere Melucci. Così ho deciso
di appoggiarlo al ballottaggio, andando
incontro anche a critiche ingiuste da parte
di chi mi aveva sostenuto al primo turno».
Lo sviluppo della vicenda Ilva – alla luce
del ruolo che Sebastio ha avuto da magistrato,
avendo guidato il pool di “Ambiente
svenduto”, può aver esercitato un peso politico
sulla sua estromissione dalla giunta
comunale? «Non ho elementi per poterlo
dire», chiarisce l’ex assessore.
E ora che farà Sebastio? «Ho una pensione,
ma non faccio la vita del pensionato.
Svolgo la libera professione di avvocato
e tengo lezioni all’università. Io non ho il
problema di cercarmi da vivere».
L’esperienza politica dell’ex Procuratore
si chiude qui. Forse poteva essere studiata
un’uscita di scena più diplomatica e meno
cinica considerata la sua statura istituzionale.
Ora Melucci dovrà far quadrare il
cerchio e puntellare una maggioranza che
in questi primi mesi di vita ha già dato
prova di una preoccupante precarietà.
Un posto in giunta andrà sicuramente al
gruppo che fa capo a Piero Bitetti, un altro
(ricordiamo che a gennaio si era dimessa
l’assessore Annamaria Franchitto) forse al
Pd. Ma non si esclude un terzo taglio. Forse
a beneficio di qualcuno che ora siede tra i
banchi dell’opposizione.
Enzo Ferrari
Direttore Responsabile