Il reddito di cittadinanza è destinato a scomparire definitivamente nella dimensione e nelle forme in cui è stato concepito originariamente. Verrà sostituto presto da una misura che il Consiglio dei Ministri si appresta ad approvare nelle prossime settimane, almeno secondo le indiscrezioni di alcune testate giornalistiche nazionali.
Cambiano i requisiti per la ricerca del lavoro e le regole di funzionamento. Il Ministero del Lavoro dovrebbe essere già al lavoro per la definizione di questo nuovo strumento operativo che da un lato riduce la scala ISEE per l’accesso alla agevolazione ma dall’altro migliora i requisiti di funzionamento della ricerca del lavoro. Il nuovo modello di assistenza si chiamerà MIA, misura di inclusione attiva e dovrebbe entrare in funzione dal mese di settembre 2023. Riguarderà sia coloro i quali sono considerati non occupabili che gli occupabili. La misura garantirà, come nel Reddito di Cittadinanza, un sostegno economico agli aderenti ma dovrebbe essere più operativo sotto il profilo della inclusione dei soggetti privi di occupazione. Secondo le anticipazioni del Corriere della Sera, l’accesso alla misura vedrà una riduzione ISEE per l’inserimento dalla soglia di euro 9360 a quella di 7.200 euro. Tale riduzione di valore dovrebbe ridurre la platea dei possibili beneficiari ma dovrà considerarsi anche un altro valore. Una scala di equivalenza stabilita in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare che sarà più generosa.
E quindi certamente una riduzione di valore ISEE per l’accesso ma maggiore considerazione per i nuclei familiari più elevati. Potranno accedere alla misura anche i cittadini della Unione Europea e questo dovrebbe venire incontro alle questioni sollevate dalla Commissione Europea sul limitante meccanismo di funzionamento del Reddito di Cittadinanza. Si ridurrà perciò il limite di residenza in Italia da 10 a 5 anni per l’accesso all’incentivo. La Misura di inclusione attiva dovrebbe prevedere anche una durata ed un sostegno maggiore per le famiglie in condizione di povertà ma senza persone occupabili, con almeno un minorenne o un anziano o un disabile. Il termini economici nei nuclei monofamiliari l’importo minimo della prestazione erogata dovrebbe restare di euro 500 oltre un contributo per l’affitto fissato in euro 280. Tale importo dovrebbe poi essere rapportato in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare ed esteso per un termine di diciotto mensilità. Se nel nucleo familiare sono invece presenti soggetti occupabili la durata dell’incentivo dovrebbe essere fissata in sette mesi, come avviene oggi per il Reddito di Cittadinanza e sarà ridotto l’importo della prestazione ad euro trecentosettantacinque. Secondo i dati INPS attualmente beneficiano del Reddito di Cittadinanza 1.160.714 nuclei familiari per un numero complessivo di cittadini coinvolti pari a 2.468.895 ed un importo medio mensile erogato pari ad euro cinquecentosessantadue. Anche in questo caso, esattamente come il Reddito di Cittadinanza, sarà possibile rinnovare l’istanza della misura di inclusione più di una volta ma saranno posti limiti alle mensilità ricevute di volta in volta. Uno dei problemi più contestati, riguardante il Reddito di Cittadinanza inoltre era legato alla questione della ricerca del lavoro. I beneficiari, anche in questo caso, dovranno impegnarsi e mettersi a disposizione per sottoscrivere un contratto di lavoro, sempre che siano soggetti occupabili, sia per il tramite di centri per l’impiego pubblici sia attraverso agenzie per il lavoro private.
E’ prevista una misura di incentivazione per le agenzie per il lavoro che collochino questi lavoratori per ogni contratto chiuso anche in forma part time. Verrà istituita di contro anche una piattaforma online che dovrebbe ricongiungere volontariamente le posizioni degli iscritti alla misura con quelle delle aziende. Se chiamati attraverso portale, a sottoscrivere un contratto e ci si rifiuterà si perderà la misura di sostegno. Sarà inoltre compatibile per il soggetto che percepisce l’agevolazione MIA anche svolgere un lavoro dipendente nella misura di retribuzione lorda annua pari a tremila euro. Questo dovrebbe ridurre la platea di coloro i quali nel tempo, pur percependo il reddito di cittadinanza, si recavano al lavoro in modo irregolare. In caso di superamento della percezione del reddito soglia, la misura non verrà cancellata ma sospesa, per riprendere poi in una fase successiva. Saranno infine fortemente potenziati i controlli. Il Governo quindi non cancella del tutto la misura introdotta dal Movimento Cinque Stelle nella scorsa legislatura ma la riforma correggendo una serie di storture normative che ne avevano fatto ingenerare criticità insormontabili fermo restando che il potenziamento dei controlli sarà necessario. Troppi i casi segnalati nel corso dei mesi nei quali l’abuso nel rilascio di false attestazioni ISEE aveva consentito truffe multiple con la connivenza di più soggetti. Si auspica che questo processo venga interrotto definitivamente.
Francesco Andrea Falcone
Dottore Commercialista – Revisore Legale