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Forme e colori inusuali per ritratti accidentali

Le piante che fanno dell’originalità il loro baluardo
Forme e colori inusuali per ritratti accidentali

L’ELLEBORO
L’Elleboro è fiorito. Il suo fiore sembra un’astronave evoluta e segmentata, proprio come quello del Sesamo nero, sono parte della stessa famiglia e condividono dunque virtù e limiti. La sua foglia si apre come il ventaglio di una danzatrice di flamenco. Le sue diramazioni celano il fusto, corto e rigido. Ci insegna che possiamo fiorire silenziosamente anche nella stagione del sonno, qualcuno si accorgerà della nostra beltà.

 

LA COLLETIA
La Colletia paradoxa svetta tripartita. Il più abile degli architetti ha forgiato la complessa geometria su cui si articola questo prodigio di forma. Definirlo un cespuglio non si può! L’afa sudamericana ha plasmato la sua resistente pelle verde, pare una femminea Hulk. Il fatto che protegga l’acqua in una teca tanto originale la rende regina nelle selve che abita. Candidi fiori impreziosiscono gli angoli che la tripartizione decide e ammorbidiscono cotanta spigolosità. Ci insegna che la più strabiliante fantasia è sempre quella della mamma. Gaudì ha riprodotto un termitaio e lo ha dedicato alla sacralità della famiglia, chi userà la Colletia come modella?

 

L’OPHIOPOGON
L’Ophiopogon planiscapus “Negrescens” è elegante. L’etimologia del suo nome inventa qualcosa che non c’è, la barba di serpente. Le sue foglie coriacee e tremendamente scure indicano il cielo insegnando ai passanti che nero è bello. Sono foglie buone, dalla punta arrotondata, capaci di imbrunire in senso centrifugo proprio come il giorno. Biglie d’ombra sono il suo frutto, disposte a grappolo a tentare chi vi si appresta con la loro parvenza d’uva. Ci insegna che l’ebano impreziosisce tutto ciò che decora, pelli e prati.

Francesca Quarta
Specializzata in Neurobiologia