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Acciaierie d’Italia, prosegue il confronto

Le trattative tra ArcelorMittal e Invitalia
L’ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia

Nell’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia continuano i confronti tra ArcelorMittal, socio privato di maggioranza, e Invitalia, socio pubblico di minoranza. Un’eventuale intesa potrebbe essere raggiunta prima di Natale o comunque prima della fine dell’anno stante l’urgenza di dare una svolta al problema dell’ex Ilva. In questi giorni il Governo è intervenuto attraverso i ministri delle Imprese, Adolfo Urso, e dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Urso ha dichiarato che “siamo pronti a ricapitalizzare l’impresa e ci auguriamo che lo faccia anche il partner privato. Cio’ significa anticipare ad oggi quanto si sarebbe verificato a maggio 2024”.

“La transizione ecologica del siderurgico” di Taranto “verso la progressiva decarbonizzazione del processo produttivo mediante il graduale utilizzo dell’idrogeno (in sostituzione del carbon fossile) e la realizzazione di un forno elettrico, inserita anche nel Pnrr, sarà graduale e richiede tempi lunghi” ha detto nei giorni scorsi il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin rispondendo alle interrogazioni in Commissione Ambiente al Senato. “Negli ultimi mesi il Governo ha evidenziato la necessità di aumentare la produzione di acciaio negli stabilimenti ex Ilva – ha spiegato Pichetto -, garantendo l’operatività dell’azienda, la tutela dei lavoratori e delle imprese dell’indotto e la realizzazione degli investimenti programmati per completare il piano di decarbonizzazione. Le valutazioni sanitarie richieste al Ministero della Salute consentiranno anche di fornire le informazioni necessarie alla Commissione Europea per valutare l’archiviazione della procedura d’infrazione sull’Ilva”. Il Piano ambientale del Dpcm del 2017, ha detto ancora il ministro, “ha previsto cronoprogrammi dettagliati degli interventi da realizzare tra il 2018 ed il 23/08/2023 (termine ultimo) e ha introdotto un limite alla produzione di acciaio annua pari a 6 milioni di tonnellate”.

Questo, mentre come riporta l’agenzia Agi resta difficile la crisi dell’indotto dopo la sospensione sino a metà gennaio di 145 imprese appaltatrici decisa da Acciaierie d’Italia. Non c’è stato giorno che ai sindacati non siano arrivate richieste di cassa integrazione ordinaria da parte delle imprese per tutti i loro dipendenti. La richiesta viene inoltrata al massimo, poi le imprese decidono, in relazione ai lavori disponibili, quanti addetti sospendere effettivamente. I sindacati affermano che sinora sono arrivate almeno una trentina di richieste di cassa. A questo si aggiunge la preoccupazione per gli stipendi di novembre e le tredicesime che dovrebbero essere erogati a giorni. Già con le retribuzioni di ottobre in pagamento a novembre, molte aziende hanno dato solo acconti. Cosa che si potrebbe ripetere adesso, mentre si ritiene fondato il rischio che la tredicesima venga fatta slittare.