Anatema infranto nell’epilogo. Finalmente. Il Taranto conquista la prima vittoria del girone di ritorno, nonché del neonato anno solare 2023, piegando di misura il Latina nel gelido pomeriggio dello Iacovone, grazie ad una rete del figliol prodigo ionico Antonio Boccadamo, ritornato in rossoblu dopo sei stagioni agonistiche proprio al termine della recente sessione invernale del calciomercato.
L’esterno classe ’99, prelevato dal Montevarchi, subentra in corso d’opera e realizza la rete decisiva all’88’, la quale permette di interrompere l’astinenza dai sigilli procrastinata dalla metà di dicembre, precisamente dallo storico successo in trasferta a Messina. Emblema della strategia studiata da Ezio Capuano, abile ad indovinare le sostituzioni nella seconda porzione della partita, quindi a trasformare l’inerzia di una prestazione che, nel suo primo atto, alludeva al copione recitato nelle precedenti esibizioni casalinghe: a correggere ed a dispensare dinamismo e creatività sono infatti gli inserimenti di Rossetti e Formiconi al posto, rispettivamente, di un Nocciolini schierato nell’attacco titolare ma ancora avulso dai meccanismi della squadra in cui è da poco approdato, e di un Evangelisti rientrato nell’undici iniziale ed artefice di una prova ordinata.
E se Formiconi si prodiga in progressioni calibrate nell’ampiezza, avanzando costantemente sul binario destro, la coppia offensiva formata da Rossetti e Tommasini (il cannoniere era reduce dallo stato influenzale che ne aveva pregiudicato la partecipazione nel derby di Foggia, ma rileva l’infortunato Semprini già alla mezz’ora) funziona nella ricerca della profondità, nella verticalizzazione, nella produzione in area avversaria e conferma l’intesa interessante maturata nella partita contro la Turris. Fedele al suo credo tattico 3-5-2, Capuano disegna la formazione con il trittico difensivo collaudato Evangelisti-Antonini-Manetta a tutela di Vannucchi custode fra i pali; sulle fasce rispettivamente destra e sinistra colloca il solito Mastromonaco ed opta per Crecco in luogo dello squalificato Ferrara, mentre la cabina di regia è affidata a Labriola, supportato dagli intermedi Romano (smaltito il trauma alla spalla) e Mazza; ancora inedito il tandem offensivo, il quale consta di Semprini già in rampa di lancio in terra dauna, e del citato Nocciolini (assente invece Bifulco, elemento prezioso per la sua ispirazione fra le linee e la sua attitudine di mediatore dalla cintola in su). Il Latina di Daniele Di Donato si sistema con un modulo speculare, in cui emerge l’esperienza di Amadio in mediana, preciso nelle sue penetrazioni per vie centrali e per la sua costanza nello smistamento e nelle triangolazioni; in attacco Simone Ganz, erede di Maurizio, ex mattatore di Inter e Milan, affianca l’italo-argentino Belloni, beneficiando delle intuizioni di un altro figlio d’arte, Di Livio, e del neo arruolato Furlan.
L’approccio è decodificato con disinvoltura da entrambe le parti, anche se il Taranto insiste sulla razionalità della fase di contenimento, arginando le ripartenze dei nerazzurri laziali, inceppando le poche iniziative negli ultimi metri. Spesso la manovra è frammentaria: i padroni di casa latitano nell’osmosi fra un reparto nevralgico evanescente nelle idee, ed una batteria offensiva penalizzata dalla precarietà di offerta di palloni sfruttabili. Crecco non è ancora ai suoi livelli e non riesce ad accelerare e progettare sulla corsia mancina, mentre i tiepidi tentativi di imbastimento risultano poco convincenti ed evaporano in lanci lunghi. Sul taccuino di un primo tempo avaro di emozioni, da annotare ci sono solo la conclusione col destro al volo dalla distanza effettuata da Ganz e destinata a sorvolare la traversa (20’), nonché il contrasto ruvido, nella metà campo ionica, fra Di Livio e Semprini, con quest’ultimo costretto ad abbandonare il campo per una ferita al labbro, prontamente rimpiazzato da Tommasini (32’). Le metamorfosi degli interpreti consegnano un Taranto più volitivo ed intraprendente nella ripresa: al 47’ il portiere del Latina Tonti tocca con mano il pallone su retropassaggio, mentre sia Tommasini che Rossetti presidiano l’area: l’arbitro Crezzini della sezione di Siena assegna il calcio di punizione sul versante mancino ravvicinato, del quale si incarica Crecco e che è ribattuto coi piedi dallo stesso estremo difensore pontino. La prosecuzione dell’azione è convulsa, non ne approfitta Tommasini ben appostato, né Rossetti che colpisce involontariamente Tonti ed incassa l’ammonizione. Il periodo di risveglio per i rossoblu è inaugurato, però: al 59’Crecco confeziona un assist dalla corsia mancina a beneficio di Rossetti che, in elevazione, si esibisce in una girata di testa aerea, con la sfera che supera lievemente la trasversale. L’ex punta del Renate replica al 67’, quando s’invola ed incrocia con un diagonale di sinistro, il quale si spegne sul fondo. Capuano intuisce il momento propizio per osare ed inietta qualità nell’asse nevralgica tramite Diaby al posto di Romano.
Il Latina cerca di ristabilire la simmetria e si rende protagonista di una duplice opportunità vicendevole fra Belloni e Ganz: al 75’ il primo elargisce un suggerimento dal limite per il collega che colpisce in pieno la traversa, dopo un movimento elegante sotto porta; un minuto più tardi, al 76’, scambio di favori con Ganz che effettua un cross per Belloni, ma Vannucchi protegge sulla sua incornata. La girandola delle sostituzioni su ambedue le sponde è inevitabile e l’ingresso di Boccadamo è fatale, mentre le due squadre si allungano, non filtrano a centrocampo e rischiano di cedere alla tensione. All’88’ Mastromonaco resiste sulla catena di destra e serve il cross verso la parte opposta: la sfera non è intercettata da Diaby nel cuore dell’area, ma è arpionata proprio da Boccadamo, perfetto nello stop e nella coordinazione di un diagonale destro diretto sul primo palo che marchia a fuoco il match per l’entusiasmo del Taranto.