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Il Taranto si destabilizza: battuta d’arresto in casa ad opera del Picerno

Kouda firma la rete del successo per 1-0. Confusione tattica e cambi sbagliati per gli ionici
Il Taranto

Prova destabilizzante. Il Taranto frena bruscamente in casa contro il Picerno, nel ritorno fra le mura amiche dello Iacovone dopo il doppio esodo consumatosi sull’asse Potenza-Giugliano: soprattutto sembra smarrire le sue certezze tattiche ed identitarie, attraverso un atteggiamento tutt’altro che equilibrato e razionale.

La confusione regna sovrana, i meccanismi strategici si inceppano inevitabilmente, il segmento cronologico esiguo che separa la sfida persa di misura 1-0 con la compagine lucana allenata da Emilio Longo dal turno infrasettimanale in programma a Viterbo mercoledì prossimo obbliga alla riflessione rapida ed al rimedio immediato, nonostante il distacco dalla zona pericolosa della graduatoria sia ancora confortante. Il percorso verso la meta prioritaria della salvezza è stato costruito ed incrementato essenzialmente sul territorio ionico  dagli uomini di Ezio Capuano, i quali incassano la terza debacle interna del campionato dopo quasi un girone, precisamente dal confronto, corredato da identico punteggio, con il Giugliano: era il 30 ottobre scorso e, numeri alla mano, la stessa formazione rossoblu non subiva un gol nel suo fortino dal pirotecnico pareggio per 2-2 con la vicecapolista Crotone nel mese successivo di novembre.

Nessun criterio tattico funziona al cospetto di un Picerno organizzato, coinvolgente nella sua interpretazione del fraseggio, letale nell’impostazione delle palle inattive: previa assenza dalla lista dei convocati di Provenzano, Semprini e Citarella, Ezio Capuano apporta modifiche a centrocampo, avviando una rotazione anche sulle catene, relegando in panchina Labriola ed un Crecco recuperato dall’infortunio solo alla vigilia dello stesso match. L’impianto non muta, è il dogmatico 3-5-2, in cui s’incastona una retroguardia che registra il ritorno da titolare di Manetta quale braccetto sinistro a completamento del trittico composto da Evangelisti ed Antonini, a fungere da scudo a Vannucchi custode dei pali. Formiconi, elemento eclettico, è ubicato sulla fascia destra e supporta Mastromonaco dirottato nel ruolo di intermedio, mentre Mazza opera in cabina di regia ed è affiancato, sulla porzione mancina, da Romano e dal cursore Ferrara, frequentemente avvezzo ad arretrare ed a proteggere sulla linea difensiva. In avanti, invece, è riconfermato il binomio Tommasini-Bifulco: proprio a quest’ultimo è consegnata la prima occasione del duello, ma il suo movimento ad intercettare la sfera su calcio di punizione è scoordinato fra spalla e testa (tiepide le proteste per un presunto contatto in area di rigore). La prima frazione di gioco consta di momenti frenetici, caratterizzati da propulsioni offensive sulle ripartenze e dal relativo quanto eccessivo spreco di lucidità nell’imbastimento di una manovra efficace sotto porta avversaria: la gara si rivela frammentaria, gli inserimenti degli antagonisti sono improvvisi ed i padroni di casa non amministrano adeguatamente le situazioni da fermo a favore.

Dopo dieci minuti, Longo è costretto a sostituire l’acciaccato Novella con Setola, senza alterare il collaudato modulo 4-2-3-1: Ceccarelli prova a capitalizzare un calcio di punizione nei pressi della destra della lunetta, ma la sfera si infrange sulla barriera al quarto d’ora. E’ invece ghiotta l’opportunità per il Taranto al 16’: la progressione sulla corsia destra ad opera di Mastromonaco è mutuata in un cross preciso per il colpo di testa centrale di Tommasini, destinato però a sorvolare la traversa. La squadra lucana si affida ad Esposito che filtra e prova a sorprendere con una conclusione col destro al volo dai trenta metri, la quale si spegne sul fondo al 17’. Ed è proprio l’esperto Emanuele Esposito ad incaricarsi dell’esecuzione dalla bandierina sinistra al 28’: il suo suggerimento è raccolto all’altezza del palo opposto da Rachid Kouda, talentuoso classe ’02, il quale in solitudine anticipa Formiconi in marcatura ed insacca sotto misura perforando la porta difesa da Vannucchi. E’ il vantaggio del Picerno, risultato che permarrà sino al termine del duello, complice anche la prestazione instabile di un Taranto che non indovina i movimenti, che latita nella sinergia, che cede alle incomprensioni nei reparti e nella simmetria delle fasi di gioco, che denuncia la precarietà insistita nella costruzione, che non crea i presupposti per segnare. Al 33’ Guerra confeziona un tiro dai venti metri, respinto in corner da Vannucchi. Ezio Capuano incassa l’ammonizione per proteste al 35’: diffidato, non potrà accomodarsi in panchina contro la Viterbese.

Non beneficia di fortuna l’intenzione al volo di Romano dalla metà campo mancina, la quale chiama in causa Albertazzi per la deviazione in calcio d’angolo al 44’. La ripresa s’inaugura con l’innesto di Diaby al posto di Formiconi, quindi col ripristino di Mastromonaco sulla corsia di pertinenza destra: il centrocampista ivoriano si mette subito in evidenza con un’incornata di poco a lato, su assist dalla bandierina destra offerto da Romano dopo quattro giri di lancette. Episodio illusorio, come l’altro stacco aereo di Tommasini effettuato dal limite, su cross di Ferrara dal binario mancino all’11’st. Un minuto più tardi, infatti, Capuano trasforma la mediana inserendo Boccadamo in luogo proprio del capitano (l’esterno di origini ioniche torna in campo dopo oltre un mese, dalla sfida col Latina decisa dal suo sigillo) ed azzarda la trazione anteriore sistemando Nocciolini e sacrificando Romano per un 3-4-1-2. Nonostante qualche segnale promettente di intraprendenza (Boccadamo inverte spesso sulle fasce, Nocciolini spazia e riempie l’area avversaria), l’iniziativa è rintracciata costantemente dal Picerno: Kouda coordina il diagonale destro alto al 20’st, mentre la staffilata col destro di Gallo dagli sviluppi di una punizione sibila oltre misura al giro di lancette successivo.

Capuano revoca la sua decisione e rileva un Diaby considerato in difficoltà dopo solo ventotto minuti: al suo posto Labriola, il quale agisce come intermedio in una squadra che si perde nel labirinto tattico di letture disordinate, in cui fa eco anche il frangente di gara concesso a Crecco al 37’st, in luogo di Evangelisti. Il Picerno gestisce avvicendando i vari  Albadoro, Garcia, De Cristofaro e D’Angelo, rischiando solo nel finale quando Labriola serve nel corto Mastromonaco, il quale innesca l’accorrente Tommasini con il suo assist, ma la conclusione dell’attaccante è alta. Triplice fischio amaro per gli ionici, che imboccano il tunnel degli spogliatoi accompagnati dalla contestazione e dalla delusione degli appassionati presenti sugli spalti.