Aldo Papagni è prossimo alla stipula di un contratto biennale ed è solo in attesa di risolvere il vincolo ancora in essere con il Sorrento, essendo ufficialmente ancora legato al sodalizio costiero campano.
Il 57enne tecnico biscegliese, contattato in mattinata da TarantoBuonaSera, si è reso irreperibile e quindi non è stato possibile riuscire ad avere ulteriori dichiarazioni in merito, ragion per cui si attende solo il via libera da parte della società partenopea per poi avere il suo approdo in riva ai Due Mari per ripresentarsi a stampa e tifosi prima di rimettere piede sul green dello “Iacovone”.
Intanto Prosperi e compagni hanno ripreso ieri la preparazione agli ordini del “secondo” Gilberto Pulpito D’Ignazio, sguardi silenziosi e clima molto teso, sicuramente non un buon viatico in proiezione della trasferta di sabato a Pozzuoli. Silenzio anche da parte del direttore sportivo Alessandro De Solda, attualmente congelato dalla società ed anch’egli resosi irreperibile col telefonino staccato per l’intera mattinata, evidentemente la scelta dirigenziale attuata nei suoi confronti gli ha causato un forte senso di amarezza, essendo stato oltretutto uno dei massimi architetti della costruzione della rosa con elementi da lui voluti.
Il ritorno del figliol prodigo, al secolo il maestro di Bisceglie, sicuramente costituirà un grosso apporto in seno al sodalizio jonico, essendo stato oltretutto l’ultimo artefice di un salto di categoria nella finale contro il Rende di sette anni addietro sotto il nubifragio con la rete da cineteca di Vincenzo De Liguori quasi allo scadere con lo spettro dei tempi supplementari che aveva quasi preso piede definitivamente oltre che uno dei pochi tecnici ad essere amatissimo a distanza di anni.
“Prima o poi le nostre strade si ricongiungeranno” diceva sempre Papagni in merito ad un suo ritorno a Taranto, del resto lui ha ancora un’incompiuta dentro di sè e vale a dire la mancata finale play/off di Prima Divisione del 2007 con la sconfitta beffarda di Avellino maturata a quattro primi dal termine con la punizione beffarda dell’ex martinese Vincenzo Moretti che ingannò Nicola Barasso con una parabola angolata. Stavolta ci sarà da vincere un campionato di serie D, il salto di categoria si timbra solo col primo posto e basta, non ci sono spareggi se non una poule suppletiva che ha più matrice economica che di altra fattispecie, oltretutto con la riduzione della Lega Pro a 60 compagini spariranno anche i ripescaggi che venivano ufficializzati in base alle graduatorie allestite con questa appendice post stagione regolare, quindi l’imperativo categorico che lo attenderà sarà quello di vincere.