GROTTAGLIE – Voli civili si o no?
E’ il dilemma che da anni affligge l’aeroporto Arlotta di Grottaglie.
Ieri, in una intervista di TarantoBuonasera, l’assessore regionale ai Trasporti, Giovanni Giannini non ha posto dubbi: per Grottaglie solo i cargo e per i civili accontentatevi dei charter estivi.
Il tutto legato ad un problema di natura economica: la Regione non può accollarsi totalmente le spese per i voli passeggeri.
Visto che anche i due bandi promossi da Aeroporti di Puglia (a quel tempo c’era l’amministratore unico Di Paola) sono andati deserti.
“Non ci sono compagnie aeree interessate all’Arlotta”. Questo il motivo che Giannini utilizza per giustificare le scelte (solo cargo) in fase di adozione nel nuovo piano regionale dei trasporti.
Quello che definirà la destinazione dell’Arlotta almeno fino al 2020.
Una destinazione cargo che le numerose associazioni pro Arlotta, nate negli anni, non accettano. Oggi sono loro a replicare alle dichiarazioni dell’assessore Giannini.
“Se il nostro aeroporto non riesce a decollare con i voli di linea – afferma Alfredo Luigi Conti del movimento Taranto Voglia di Volare – è per colpa di chi amministra Aeroporti di Puglia (Acierno oggi, Di Paola ieri). L’attuale, come il precedente, ritiene che l’aeroporto di Taranto, debba essere utilizzato solo per il cargo (il nostro aeroporto non ha mai fatto cargo), questo, con la complicità della Regione rappresentato dall’assessore Giannini. Il nostro aeroporto, ha tutte le carte in regola per essere utilizzato anche per voli passeggeri oltre ai charter. Il bacino di utenti del solo arco jonico (province di Taranto, Matera e Cosenza jonica) si conta ora, circa 700.000 abitanti, poi se consideriamo la presenza nei periodi di maggior flusso turistico, arriviamo intorno ai 2 milioni di presenze.
Come dichiarato dalla Camera di Commercio, almeno il 20% dei passeggeri in transito da Bari e il 30% di quelli in transito da Brindisi provengono dall’hinterland jonico-tarantino. Come già documentato e descritto dalla Cdc, a partire dal bando per nuove rotte aeree (Commissione Europea – Aiuti di Stato n. 55/2007, istituzione di nuovi collegamenti Point to Point con destinazioni nazionali e comunitarie da e per gli Aeroporti di Bari, Brindisi, Taranto e Foggia) si sarebbe dovuta garantire pari opportunità di trattamento. Invece l’AdP, inserisce nei bandi destinati a vettori con premialità economiche per gli aeroporti di Bari e Brindisi, mentre lascia alla “volontà” delle singole compagnie aeree la scelta di decollare a Taranto. E’ ovvio che si possa presumere che il mercato si devia sugli aeroporti di Bari e Brindisi. Insomma, con uno scalo perfettamente funzionante e attivo lungo la dorsale jonica, si è costretti a subire forzatamente una deviazione verso Bari e Brindisi, a discapito degli stessi utenti del dorsale jonico-tarantino”.
“Il comitato nasce nel 1995 – ricorda invece Gianni Lacava del comitato Arlotta – quando alla Regione Puglia era assessore al turismo Rossana Di Bello. Ho collaborato personalmente con lei per scongiurare la militarizzazione chiesta dall’allora Ministro Caravale. Da allora, scongiurato il pericolo, il comitato ha continuato il suo lavoro forte di competenze aeronautiche e giuridiche. Non abbiamo mai avuto il supporto delle istituzioni, come del resto accade oggi, ma abbiamo fatto un lavoro di sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali. Per quanto attiene alle considerazioni frutto dell’accelerazione che l’assessore Giannini ha voluto imprimere alla questione aeroporto, un’accelerazione forzata e contraria alla pacifica discussione, tengo a ribadire che il Comitato Arlotta unitamente all’avvocato Russo, e al presidente di Tarantovola Francesco Gravina, utilizzerà tutti gli strumenti che la democrazia ci permette di mettere in campo a difesa dei nostri diritti calpestati”.
“L’assessore Giannini , parla come i suoi predecessori di progetti che non si realizzeranno mai e pretende che noi li si debba accettare a scatola chiusa”.
Così, invece Mimmo De Padova del movimento Aeroporto Taranto che per fine ottobre sta organizzando un corteo in città. Lui entra nel merito tecnico del piano regionale trasporti definendolo “illegittimo perché parte dal presupposto errato-consapevole di considerare la gestione dei 4 aeroporti come “sistema aeroportuale”. Un sistema aeroportuale è riferito ad aeroporti che servono la stessa città (vedi Roma e Milano). Ad ogni modo, anche il vecchio piano prevedeva cargo. Furono stanziati 98 milioni, ma a Taranto di strutture cargo non c’è nulla. Nessuno è contrario al cargo, ma se tutto va bene, si potrà fare tra 5 anni, e poi i numeri cargo in Italia sono poca cosa”.
In merito al problema economico dichiara: “Se non ci sono soldi, perché allungare la pista di Foggia di 200 m. (14 milioni), e perché sempre a Foggia sono stati spesi 27 milioni? Ricordiamo all’assessore che i 12 milioni annui a Ryanair li pagano anche i tarantini. I bandi sono andati deserti! Prendiamola per buona, ma i 5 milioni non dovevano essere spartiti fra Brindisi e Foggia, era espressamente vietato dalla CEE. E poi, perché Foggia che ha 70 mila passeggeri l’anno? Oltre allo studio della Camera di Commercio, ci sono le affermazioni di Di Paola (a denti stretti) che ci accreditava di 700 mila passeggeri annui, ma c’è anche lo studio Nomisma che nel 2008, attestava 3 milioni di utenti che potevano raggiungere l’aeroporto in 45 minuti. Dove pensa di trovare Giannini i milioni che serviranno per le strutture cargo?
E le infrastrutture viarie attorno all’aeroporto. Ricordiamo che furono stanziati 12 milioni (delibera della giunta regionale del E 29 dicembre 2007, n. 2275) ed affidati alla Provincia, dopo qualche anno sono stati ritirati senza fare nulla. Potrei continuare con tante altre obiezioni ma l’assessore è sordo alle nostre istanze e senza alcun contrasto dai nostri politici, disposti a dargli credito con atteggiamenti pilateschi, e pure gli esempi non mancano: Aerotecsys del 2012, quel mega progetto che doveva portare 300 posti di lavoro sposato in toto dalle nostre amministrazioni, a che punto è?”.
Si appellano ai sindaci, ai consiglieri regionali, agli ex consiglieri provinciali, ai sindacati ed a tutti i cittadini perchè “si riprendano quell’orgoglio tarantino dimostrando con i fatti di avere amore per questo territorio martoriato”.